Nuovi ristoranti preferiti e altre cose Commestibili del 2023
New entry del cuore a Milano e altre cose commestibili che hanno segnato questo 2023.
/ Commestìbile / #17
Commestibile è partito ad aprile 2023 con un post su Milano, su quanto costi e su quanto si spenda mediamente per andare a mangiare fuori e bene. Abbiamo creato una community direi più che discreta in questi 7 mesi; non è una cosa che ci aspettavamo, quindi grazie a tutt* quell* che ci leggono e ci seguono su Instagram.
Da quella prima newsletter, abbiamo volutamente evitato di parlare di ristoranti preferiti, un po’ perché lavorando anche come consulenti per la ristorazione ci sembrava di essere fuori luogo, o di entrare troppo in un tortuoso conflitto di interessi. Un po’ perché ci sono tanti magazine, blog e pagine social che parlano di ristoranti, e allora non ci pareva di aggiungere nulla a questo flusso continuo, e un po’ retorico, di “ristoranti pazzeschi da provare” di cui si legge in giro.
Facciamo un’eccezione stamattina; visto che spendiamo un sacco di soldi andando per ristoranti ci sentivamo in dovere di darvi un attimo un ragguaglio sulle nuove scoperte milanesi di questo 2023. Un po’ per parlare di format—anche se ne abbiamo discusso lungamente anche in questa puntata—un po’ per tirare le fila dei trend della città che sforna più locali, vinerie, bar e ristoranti d’Italia.
Il sommario di questa Newsletter
I nuovi locali preferiti del 2023 a Milano
Cose random dal 2023
Alcuni progetti che abbiamo seguito nel 2023
Tutti i link di questa newsletter
I nuovi locali preferiti del 2023 a Milano
È stato l’anno dei cocktail bar con i nomi “cattivi” e i drink minimalisti; delle vinerie naturali con piccola cucina; delle “nuove” trattorie che hanno continuato a proliferare con poco o grande successo; delle panetterie artigianali con cinnamon buns e compagnia che non hanno messo di farci sognare colazioni luculliane durante il weekend, al netto delle file senza alcun senso.
Stringi stringi eccoci qui:
Gloria (quello in zona Navigli)
Luca, Rocco e Tommaso (non mettiamo intenzionalmente i cognomi per coerenza con la loro pagina Instagram) hanno rimesso in forma una vecchia trattoria milanese, lasciando la vecchia insegna e spostando un po’ il contenuto: piatti semplici, qualche comfort food del nord Italia e vini artigianali. La consistenza del menu è abbastanza sorprendente, il loro piatto forte, il minestrone (servito caldo o freddo a seconda delle temperature) è diventato già un meme. L’atmosfera, però, è la cosa forse più interessante: rilassata, gioiosa, caotica ma non disordinata. Si sta bene e si spendono dei soldi giusti. I primi piatti fanno sempre colpo, ma gli antipasti e il paté di Tommaso Melilli possono farti volare altissimo in poco.
Ps: a fine 2023 ha aperto anche un’altra trattoria/osteria/boh chiamata Gloria. È in Brera, non c’entra nulla con Luca, Rocco e Tommaso. È del gruppo francese Big Mama e la proposta, il mood e l’ambiente sono nettamenti diversi. Non ci siamo ancora state, quindi non ci pronunciamo.
Verso (sì, quello che ha preso di botto due stelle Michelin)
Disclaimer: Io (Victoria) e Remo Capitaneo, lo chef di Verso, siamo amici. Ma cercheremo qui di essere entusiaste il giusto, d’altronde le stelle non le diamo noi, per fortuna aggiungerei.
Il fine dining è in crisi? Chiaro.
Non c’è più spazio per l’alta cucina a Milano? Molto falso.
Il recente successo di Verso, e di altri fine dining in città, testimonia che non è sempre il format il problema o il motivo del successo di un locale, ma è di chi c’è in cucina e chi ti serve al tavolo. Una cucina a vista in stile molto poco “stellato italiano”, dei banchi pazzeschi in marmo rosa e dei piatti perfetti formalmente e nel gusto hanno reso il ristorante di Remo e Mario Capitaneo, un posto del cuore per occasioni speciali. Il ristorante ha aperto le porte il 7 gennaio 2023, e già le aspettative erano enormi, visto il trascorso pluripremiato dei due chef, che hanno reso grande la cucina del Mudec. In sala il sommelier Marco Matta, che gestisce una squadra giovane, che rende il servizio simpatico, vivace e mai pedante.
Chiaro, mangiare in chef table è sempre una figata, soprattutto quando non vuoi passare la serata a limonare la persona che ti accompagna, ma per ogni necessità c’è anche una tatticissima saletta da 6 persone, per le funzioni più “private”, e dei tavoli bassi che rendono la permanenza da Verso inclusiva per tutte le mobilità.
Qui credo di aver mangiato uno dei piatti più buoni della mia vita: i Bottoni con ripieno di funghi, con un ristretto di pollo e anguilla (prima foto a sinistra). Droga.
Signor Lievito (dove si fa la fila per la colazione)
Natalija Nikitina ha aperto questo micro panificio di 60 metri quadri fra Porta Romana e Calvairate a metà 2022. Noi lo abbiamo provato nel 2023 quindi lo inseriamo in modo coatto in questa newsletter. L’ambiente è minimal e allo stesso caldissimo. Ultimamente l’indirizzo è agli onor della cronaca per la lunghe file che si creano nel weekend. Non hanno solo dei lievitati iconici, i Bulka, ma ci sono anche altre proposte non troppo dolci, una buona offerta di caffetteria e panetteria, tutto a base di lievito madre.
Ambiente molto rilassato: qui aiutato tanto le mattonelle dai toni caldi, sembra di essere a big Sur. Nulla di questo locale è lasciato al fato, e si vede.
Bicchierino Bar (quel posto che mi ha fatto molto incazzare)
Quando sono entrata la prima volta da Bicchierino Bar, io (Victoria) mi sono mega incazzata. Ho vissuto per sei anni in zona Murillo e, quando ho sentito che nella mia vecchia zona avrebbe aperto finalmente un bel locale, ero felice; chi conosce il quartiere sa bene che c’è ben poca scelta per bere bene.
Peccato che quel “bel locale” si sia rivelato una delle migliori aperture del 2023. Lo diciamo entrambe, a fronte dell’emorragia di vinerie con piccola cucina che sembra non aver ancora raggiunto il punto di saturazione in città. Alcuni indirizzi sono stati aperti senza un pensiero o identità dietro, altri, come Bicchierino Bar hanno mantenuto la promessa di essere posti facili, dove stare bene.
Il mood management c’è tutto: i muri bianchi, le luci soffuse, i tavoli grossi abbastanza, nulla di troppo chic, nulla di dozzinale. Molto bello il banco e il retro. L’offerta cibo è simpatica: dal salume mega pregio, all’insalata di patate o uovo sodo, fino alla feta con sesamo al forno, anche se l’hummus è senza dubbio fenomenale.
Sono incazzata perché adesso devo fare 60 minuti di strada per andarci
Emoraya (dove tutto è incredibilmente giusto)
Aperto nell’autunno 2022, ma una delle nostre prime scoperte del 2023, dove siamo tornate tre /quattro volte senza rimpiangere un solo piatto o un euro speso. Non è certo la norma a Milano.
Chi è bravo con le facce riconoscerà i volti dei due ragazzi che hanno aperto Emoraya: Takato Sato (in sala) e Shun Himeno (in cucina), ex Gastronomia Yamamoto. Anche qui si parla di cucina giapponese “cucinata”, ma i piatti di discostano un po’ dalla dimensione casalinga di Gastronomia. L’insalata di patate con uova è poesia, la bistecca imperdibile, così come l’Unagi don e tutti i piatti stagionali che passano in menu.
Senza dubbio un locale che ha rimesso in discussione un po’ di classifiche dei ristoranti giapponesi in città. Bonus: a pranzo buonissimo il rapporto qualità prezzo. Si spendono anche meno di 30 euro.
Bar Paradiso (quel posto dove bere bene, ma non a poco)
Aperto da pochissimo in via Tiraboschi, davanti a Les Rouges, in una zona che pullula di enoteche, come Cantina Urbana, Vinoteque, etc. Bar Paradiso, però, si distacca dalle vinerie di zone per qualche aspetto, il primo senza dubbio le piccole dimensioni e, ancora più importante, per la scelta delle bottiglie.
Non è un un bar democratico, e per scelta: non ci sono bottiglie “facili” o per tutte le tasche (si parte dai 40/50 euro a bottiglia). È uno di quei posti dove vai a bere LA bottiglia servita da Andrea Chinosi, per trattarti un pò meglio del solito, con bombette difficili da trovare in giro, soprattutto dalla Francia. Di fianco un menu fatto principalmente di prodotto, più popolare, così per creare il giusto contrasto.
El Galactico (quello dei tacos buoni buoni)
Quando apre una un buon taco bar nella tua zona, sai già che la gentrificazione è iniziata. Anche se Gorla è ben lontana dal diventare la zona fighetta che gli immobiliaristi vorrebbero vendervi su Idealista, ospita in effetti da febbraio la sua taqueria di qualità e il suo faro nella notte nella lunghissima via Asiago. In molti conoscono El Galactico per il suo food truck, che si è fermato stabilmente in questo accogliente localino con mattonelle bianche, dove mangiare veloci al bancone tacos, bere vinelli naturali e birre artigianali. Mega fan del tacos con la lingua e di tutte le varianti vegane.
Claudio Zappa, proprietario e cuoco, è un entusiasta dei sapori piccanti e troverete sempre un po’ di salse piccanti per testare ogni volta la vostra tolleranza alla capsaicina.
June Collective (quello della pausa pranzo nel distretto Certosa)
Un bel ristorantino in Varesina, quartiere dove stanno accadendo molte cose e dove molti capitali si stanno spendendo per far sorgere ristoranti, uffici e posti per l’intrattenimento. June Collective, però, vale la pena per una pausa pranzo anche se non siete in zona; i prezzi non sono certo adatti ai miseri ticket restaurant a cui siamo abituati, ma non sono nemmeno terrificanti, e la certezza è di mangiare bene.
Noi abbiamo provato una fregola pazzesca, mini side di avocado con sommacco, uova e tanti altri piattini che ruotano a seconda della stagione. Si chiude con un ottimo caffè filtro e se volete si pasteggia anche con del buon vino. L’indole dello staff è incredibile e scalda un ambiente altrimenti fraintendibile, perché di ispirazione nordica e quindi apparentemente freddino.
Clandestino non esiste (per provare ORA le danish)
Aperto da inizio 2023 da Lea Pedrinella e Lorenza Licciardello, come secondo progetto dopo Onest, Clandestino non esiste è un locale “di quartiere”, con panificati e lievitati fragranti, caffè di grandissimo livello e la possibilità di comprare vini da portar via, sempre della loro selezione da Onest.
Matteo e Laura in laboratorio sono dei mostri: hanno anni di lavoro alle spalle in bakeries e ristoranti in giro per l’Europa e l’hanno portata in questo piccolo posto in Lambrate.
Soot (quello dove si mangia cibo coreano, ma non il solito coreano)
Se vuoi andare a mangiare un buon coreano casalingo a Milano, ci sono un paio di ristoranti con cui vai sempre sul sicuro: Dream e Ginmi fra i nostri preferiti.
Soot, nuova apertura in Piero della Francesca, vuole discostarsi da questo filone, servendo un coreano definibile più gastronomico. Il risultato è convincente, anche se noi siamo andate quando gli interni erano ancora in fase di restrutturazione e il menu non era al 100% definitivo. Lo chef Kim Minseok ha avuto esperienze da Seta e Joia e si sente dalla mano divina, anche sui piatti un po’ più comfort, come il korean corn cheese.
Cose random dal 2023
La migliore ad per un piatto vegano (via Mutande del Lunedì)
Il libro più bello, e forse utile, publicato negli ultimi mesi: Sagre d’Italia di Donatella Alquati e Giorgio Mininno (Slow Food Editore)
La newsletter più letta di Commestibile fino ad ora: “L’odio per chi beve vini naturali, spiegato”
Una delle vignette che ci hanno fatto più ridere sulla ristorazione, ovviamente dal New Yorker
Alcuni dei nostri progetti preferiti del 2023
Ad alcune cose stiamo ancora lavorando, quindi ne parleremo—speriamo—più avanti.
Qui invece vi parliamo di cose finite e che siamo fiere di aver fatto.
La consulenza per Est Bar
Victoria ha partecipato come consulente al progetto di Enrico Sorbini in via Tortona 12, sviluppando della parte F&B e disegno del bancone. Si apre al mattino con la Caffetteria dove si servono i prodotti di Caffè Carnera, i lievitati vegani e non di Nowhere Cafè, mentre nella stanza adiacente si registrano i podcast e le trasmissioni di Est Radio. La sera ci si diverte con i drink di Sebastiano Fichera.
La festa di riapertura di Manna
Manna ha riaperto i battenti dopo 4 mesi di intensa restrutturazione. Il ristorante di Matteo Fronduti—chef che ricorderete fra le altre cose anche per i video su Munchies—è uno dei primi ristoranti di alta cucina democratica aperti a Milano. Per l’occasione abbiamo aiutato Fronduti nell’organizzazione e coordinamento delle festa di riapertura, che era anche un modo per salutare Turro dopo i mesi di chiusura. C’erano 0 gradi, piovigginava, ma le persone sono arrivate, e tante, e ci siamo divertite fino a quando il regolamento condominiale lo consentiva.
Burn Baby Burn con Tipografia Alimentare
Evento recentissimo pensato da Tipografia Alimentare, per dare una mano concreta a quattro centri anti-violenza. Scosse dagli ultimi avvenimenti che hanno portato alla grande partecipazione in piazza per il 25 novembre, Martina Miccione e Carla De Girolamo, proprietarie di Tipografia, ci hanno chiesto una mano per organizzare questa raccolta fondi con un’asta di beneficenza annessa. Ristoratori milanesi, artisti e aziende hanno dato il loro prezioso contributo gratuitamente, rendendo la serata magica e soprattutto utile alla causa contro la violenza di genere.
Tutti i link di questa newsletter
L'incredibile successo di Big Mamma, idea di due francesi che puntano sull'italianità. E ora provano a conquistare Milano (Gambero Rosso)
Guida Michelin, da zero a due stelle (in un colpo solo) (Corriere della Sera)
Signor Lievito, tutti in coda per il bulka nella panetteria dell’ex modella lettone (Il Giorno)
Residenze, servizi e cibo sano: così si rigenera il Certosa district a Milano (Il Sole 24 Ore)
Korean Corn Cheese (NY Times)
Ho avuto un fortissimo desiderio di andare da Signor Lievito soprattutto per la sua storia che la lega al mio paese. Quando ci sono andato è stata una deliziosa e confortevole pausa nordica. Mi piacerebbe tanto intervistare Natalja per il podcast, ma oltre a essere una donna molto occupata mi sembra anche molto riservata e ho paura di non esserne all'altezza 😅
Che voglia di fermarmi a cena a Milano! E: grazie per questa newsletter, mi piace un casino 😊