Milano è ancora Commestibile?
Quanto spendi per andare fuori a cena? Anzi riformulo: quanto guadagni per poterti permettere di andare a mangiare nei ristoranti di Milano?
/ Commestìbile /
Atto a nutrimento dell'uomo.
Aggiungo anche ‘della donna’ non sia mai anche noi volessimo mangiare.
Nutrimento che di questi tempi si svolge perlopiù fuori casa.
Il sommario di questa Newsletter
Milano non è più Commestibile? Si spende troppo per mangiare fuori?
I dati: Milano costa più delle altre città italiane?
Tre “milanesi” mi dicono quanto spendono in media in ristoranti
Dove ho mangiato io a Milano e quanto ho speso
Tutti i link della Newsletter
A Milano si spende troppo per mangiare fuori
Durante le vacanze di Natale sono rimasta a Milano; mio padre faceva un passaggio in città e allora siamo andati fuori a cena. I miei soliti ristoranti "da genitori" non erano aperti, quindi ho dovuto ripiegare. Dopo diversi incroci eccoci in una laterale di via Torino; il locale era di recente apertura, aveva avuto un po' di recensioni positive e avevo prenotato senza troppe preoccupazioni.
Il ristorante vuoto - normale il 27 di dicembre, sì dai - e la chiara inesperienza del ragazzo che ci accoglie mi mettono sul chi va là; tutto purtroppo trova conferma nel piatto forte, la “loro melanzana”, presente anche sul menu a dicembre. Avevo sbagliato e lo sapevo benissimo.
Il vitello tonnato, cavallo di battaglia sulla comunicazione dei social del locale, non c'era, o meglio "non abbiamo la salsa, sconsigliamo di prendere il vitello senza". In breve: arriva una pasta salatissima; una cotoletta scomposta con maionese della Metro che sul menu sembrava invitante, "con aggiunta di rafano" (non fresco degusteremo poi); altri piatti fra il neutro e il cattivo a dei prezzi difficilmente sotto i 18 euro l'uno. Scontrino altissimo - grazie papà di aver pagato - e la sensazione di essere vicini alla famosa bolla della ristorazione meneghina, di cui alcuni parlano dal lontano 2015.
Non fate che mi contattate in privato chiedendomi il nome del locale - ve lo darò, chiaro. Capita spesso di mangiare a Milano in posti mediocri con ticket medio alti. Brucia? Sempre un po’.
Nessun luogo al mondo, però, è esente dalla maledizione del ristorante dal dubbio rapporto qualità-prezzo: accade nella Russia di Putin e nella Los Angeles delle Kardashian. Io, che però vivo a Milano, pretendo di lamentarmi dei miei vicini e sottolineare allo stesso tempo che da sempre esistono due pesi e due misure: "70 euro per un super pranzo, quasi regalato!" vs "il biglietto della metro è salito di 0,20 centesimi, dovremmo scendere in piazza". Milano è invivibile, e non solo per gli affitti, non solo per chi vuole comprare casa o ingenuamente vuole fare la spesa, ma lo è anche per la ristorazione. No?
Qualche dato su Milano
È stato pubblicato proprio la scorsa settimana il rapporto Ristorazione 2023 del Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) dove emergono alcuni dati interessanti sul settore post-pandemia - pare stia andando piuttosto bene - e sul lavoro - 29.000 contratti di lavoro a tempo indeterminati ancora vacanti.
Un capitolo del rapporto è dedicato anche agli aumenti sui prezzi nel 2022: il 55% degli esercenti ha riferito di aver aumentato i propri prezzi, per i rincari delle forniture energetiche e delle materie prime; il 17,6%, invece, ha riferito che aumenterà i prezzi nell’anno in corso. Il report di Fipe, inoltre, riporta anche i prezzi medi di servizi e pasti in tutte le città italiane: Milano, a sorpresa, è costosa, ma non così tanto costosa.
A Milano il caffè costa di media 1,10 euro, a Cosenza 1,20 euro, mentre a Rimini 1,21 eruo e a Trento 1,31 euro. Un panino al bar a Milano quasi 5 euro, però così è a Trento, a Varese e Reggio Emilia. Il prezzo di un pasto in pizzeria sorprende genuinamente: 12,30 euro a Milano (sicuramente non nelle pizzerie in centro, ok), ad Avellino siamo sui 12,20 euro, Modena arriva a 12,29 euro, Cosenza 12,39 euro per arrivare a Reggio Emilia dove la media è di più di 15 euro.
Scusate se mi concentro molto su Cosenza, ma io sono nata e cresciuta proprio nella città calabrese, e scoprire che su alcune “vezzi” alimentari costa quanto e più di Milano mi mette dubbi sulle abitudini di spesa dei miei concittadini.
I numeri parlerebbero chiaro: le attività ristorative a Milano hanno in media prezzi alti, ma non così alti se li paragoniamo ad altre città del nord o addirittura del sud. Facciamo un discorso sulla qualità e sulle ore lavorate su un piatto? Non in questa newsletter, che mi pare già abbastanza lunga; per la prossima se volete ci attrezziamo. Intanto vi lascio un pezzo di qualche tempo fa su Munchies di Carlo Gibertini che parlava di discrepanza prezzi e qualità proprio a Milano, dagli anni ‘90 a ora.
Tre milanesi e le loro abitudini al ristorante
Direi che la media di spesa si attesta in una fascia tra i 30 e i 60 euro
A Milano si guadagna un po’ più di altre città d’Italia, così dice la retorica e così confermano i numeri (30.464 euro l’anno vs 12.473 euro della media nazionale), ma il rapporto stipendio vs spese è comunque squilibrato. Quello che incide di più è senza dubbio il mutuo, per i più fortunati, e l’affitto per chi non ha ancora estorto ai genitori un copioso assegno per l’anticipo. A proposito vi consiglio di seguire i video su TikTok di Un terrone a Milano sugli affitti e sulle condizioni abitative di molti fuorisede per farvi un’idea del disagio.
Dall’altra parte i ristoranti sono sempre pieni, come disse una volta Berlusconi: per prenotare nel weekend meglio chiamare due settimane prima, e ormai anche l’aperitivo non è scontato riuscire a farlo, almeno in alcuni locali. Stipendi risicati, affitti astronomici e conti al ristorante alti, portano a chiedersi con tutta onestà: com’è che i milanesi mangiano così tanto fuori? E quanto spendono davvero?
Purtroppo Milano, anziché abbracciare concretamente l'inclusività tanto sventolata, sta diventando esclusiva ed escludente e si specula in ogni settore
Parlare di soldi in Italia, anche con la persona che ami, è sempre molto difficile, e ovviamente non conoscendo le entrate finanziare di qualcuno è impossibile farsi un’idea di quanto gli altri spendano. Ho cercato di capire diversi punti di vista sulla questione chiedendo ad alcuni milanesi - veri o adottati e che mangiano fuori per lavoro/diletto-, quanto budget allocano alla ristorazione e quanto questo incide sulle loro casse.
Caterina Zanzi
Caterina Zanzi è la creatrice e il volto di Conosco un Posto, un blog/magazine con diversi collaboratori che parla di ristorazione milanese, e non solo. Il suo account Instagram è ormai celebre ed è uno dei più seguiti sull’argomento. Il dettaglio che mi preme sottolineare è questo: Zanzi e i suoi collaboratori non accettano mai inviti da uffici stampa dei ristoranti, e provano tutti i posti menzionati nei loro pezzi pagando di tasca propria. A differenza del giornalismo vecchio stile, che si basa ormai quasi esclusivamente su inviti e press preview (anche qui approfondiamo in un’altra puntata forse).
In una settimana quante volte mangi fuori? Pranzo, aperitivo o cena.
Caterina: Dipende molto da settimana a settimana, ma la media direi che si attesta su una forchetta tra 3-5 volte. A pranzo esco meno, il grosso è sicuramente concentrato tra aperitivo e cena.
Quanto spendi mediamente?
Tralasciando, appunto, le rare volte in cui esco a pranzo, e considerato che puntualmente i miei aperitivi si trasformano in cene o quasi-cene, direi che la media di spesa si attesta in una fascia tra i 30 e i 60 euro.
Quanto incide sul tuo budget mensile andare a mangiare fuori?
Facendo finta che non mangi fuori anche e soprattutto per lavoro, ma solo per piacere, se facciamo ricadere le spese dei ristoranti in quelle relative al mio tempo libero, direi che mangiare fuori incide un buon 70-80%.
Si spende troppo per mangiare a Milano? È cambiato qualcosa nel post-Covid?
Io credo di sì. Mangiare fuori a Milano è spesso stato un privilegio, ma con diverse possibilità nella fascia medio-bassa a livello di spesa. Nel post-Covid la fascia bassa possiamo serenamente dire che non esista più, o comunque esista in maniera sensibilmente minore. E la fascia media tende sempre più verso l'alto, con uno scontrino medio che molto raramente riesce ad attestarsi sotto i 35-40 euro. Non so dire se sia 'troppo' in assoluto, sicuramente è 'troppo' in relazione agli stipendi, fermi al pre-Covid e, in generale, fermi da anni.
Marco Giarratana
Marco Giarratana, alias Uomosenzatonno, è un amico con cui collaboro da un po’ di anni (forse ricordate i suoi tour alimentari su Munchies). Cuoco, videomaker e autore, per girare i suoi video - seguitelo anche su TikTok - paga di tasca sua ed è molto onesto nelle considerazioni, senza essere gratuitamente dispregiativo.
In una settimana quante volte mangi fuori? Pranzo, aperitivo o cena.
Marco: Al momento raramente, esco principalmente nel week end e sempre meno vado al ristorante, anche per via di conti che, se sommati, incidono molto sul mio budget mensile.
Quanto spendi mediamente?
Di solito la spesa media è compresa in una forchetta tra 40-60 euro, ma ho pagato conti ben più alti.
Quanto incide sul tuo budget mensile andare a mangiare fuori?
In media può superare anche i 500 euro al mese, dipende, spesso sono conti che pago per girare dei video che, comunque, rientrano nel computo.
Si spende troppo per mangiare a Milano? È cambiato qualcosa nel post-Covid?
Nello spendere troppo secondo me sì, capisco le difficoltà di tenere in piedi locali con spese fisse elevate, credo che tanto incida il caro immobiliare dissennato che sta attraversando Milano. Tengo in considerazione anche il bienno 2020-21 ma tantissimi locali si sono ripresi alla grande, ad altri il Covid non ha fatto neanche solletico, purtroppo c'è stata una fisiologica moria, che sarebbe comunque arrivata, nel tempo (ogni mercato si espande e contrae eliminando chi non regge, è economia spicciola). Ma devo dire che tanti ristoranti, anche di blasone (o di nomea tramite social) calcano troppo la mano sui prezzi a fronte di format ormai consunti, menù che spesso sembrano fotocopie di altri con la ricerca costante dell'effetto-uau anche quando non necessario e servizi non sempre all'altezza. Ci sono locali che valgono i conti elevati ma tantissimi altri no. Purtroppo Milano, anziché abbracciare concretamente l'inclusività tanto sventolata, sta diventando esclusiva ed escludente e si specula in ogni settore, quello della ristorazione non ne è di certo esente. Mi sembra una delle tante bolle di questa città che non so quando e se esploderà.
Nicolò Scaglione
Nicolò Scaglione è un foodscout, ovvero è uno che va in giro a scoprire artigiani e ingredienti per i ristoranti e aiuta i cuochi nella costruzione dei piatti (qui viene spiegato meglio). Non è un vero influencer su Instagram, ma se lo seguite scoprirete che è spesso, forse ogni giorno, in giro a mangiare fuori, in trattorie come in grandi ristoranti.
In una settimana quante volte mangi fuori? Pranzo, aperitivo o cena
Nicolò: Nel 2022 ho fatto circa 300 ristoranti in tutto il mondo, di questi 70 stelle Michelin. E di queste 70, circa 28 all’estero. La media è tra le 8 e le 10 uscite a settimana. Sono quasi tutti pranzi, non pranzo quasi mai in casa perché sono in giro per lavoro. La maggior parte li pago io personalmente, altri sono pranzi offerti.
Quanto spendi mediamente?
A Milano devo dire che uscendo spesso per lavoro ho sempre magari qualche piatto offerto dal ristoratore o dallo chef, quindi non è una prospettiva di spesa veritieria. Dove pago interamente, pago abbastanza: fra gli 80 e i 100 euro a pasto.
Quanto incide sul tuo budget mensile andare a mangiare fuori?
Il 25% più o meno. Ho le tasse da pagare se fosse di più sarebbe un problema. Di macchina però spendo 1.000 euro al mese, per esempio; il cibo non è un problema il problema sono le spese per l’autostrada e i rifornimenti. Vero è che se pagassi tutti i pasti che consumo fuori, non credo riuscirei ad arrivare alla fine dell’anno in pace con il mio commercialista.
Si spende troppo per mangiare a Milano? È cambiato qualcosa nel post-Covid?
Quello che secondo me è salito tanto sono i ristoranti una stella Michelin e quelli aperti da chef che vengono da percorsi di alta cucina, ma che magari non si sono ancora affermati in città. A Milano questi locali hanno menu che difficilmente vanno sotto i 90 euro. Prima con 130 euro andavi serenamente a mangiare in una stella compreso il vino, ora ce ne vogliono 200. Milano è diventata una terra di conquista: prima o poi qualche imprenditore ti dirà “dobbiamo aprire a Milano”. La maggior parte, però, sono dei progetti raffazzonati, l’imprenditore di turno è convinto che il milanese sia un babbo e che quindi spenderà per qualsiasi cosa. Che magari è anche vero, perché prima o poi a Milano qualcuno entra dentro il tuo locale.
Dove ho mangiato a Milano e quanto ho speso
La domanda su quanto budget mensili si dedichi alla ristorazione mi è venuta spontanea quando ho dovuto mettermi davanti, per la prima volta, al mio budget mensile: ho da poco deciso di lasciare un posto di lavoro fisso perché non rientrava più nelle mie corde e nella mia natura, e bisognava iniziare a farsi due conti. Allora risparmi ed entrate alla mano ho dovuto constatare quanto del mio budget mensile andava in ristoranti: quasi il 30%. Non vado quasi mai a pranzo fuori, ma faccio aperitivo e ceno almeno 4 o 5 volte alla settimana, fra delivery e pasti con amici. È tanto? Per me no, nel senso che preferisco la socialità e il buon cibo a comprare l’ultima collezione pixelata di Loewe (che però è un bomba). Intanto, mentre voi calcolate quanto spendete in aperitivi, vi segnalo qualche posto dove ho mangiato recentemente e vi dico anche quanto ho speso.
Nebbia (cena)
Circa 85 euro a testa, per uno dei ristoranti con migliore rapporto qualità prezzo al momento a Milano (tolgo Trippa dall’equazione solo perché è abbastanza difficile prenotare). Il menu di Nebbia è una goduria e abbiamo provato in 5 quasi tutti i piatti del menù. Aggiungi due bocce di vino, non care, non economiche, e due dolci. Il prezzo mi è parso corretto? Sì, visto che ci siamo divertiti e che i piatti, tranne un paio, erano davvero delle mine.
Spore (cena)
Da Spore ero stata già a settembre, fra l’altro proprio con Uomosenzatonno, e all’epoca avevo speso una cinquantina di euro. Hanno un menu degustazione fisso a 45 euro - fanno delle variazioni se siete vegetariani o avete allergie avvertendo prima. Ci sono dei fuori carta se avete particolarmente fame, e il vino è fuori dall’equazione. L’ultima volta, un paio di settimane fa, abbiamo speso 70 euro a testa con due bottiglie di vino divise in 4 e due piatti fuori carta. A volte semplicemente la fame o la compagnia ti cambia totalmente il conto. Una cena bilanciata per il conto? Sì, considerando anche i menu fissi che si vedono in giro.
Mirta (pranzo)
A pranzo senza vino e senza grandi exploit, 25 euro a testa. Buone le verdure, come il flan di cavolfiore e le melanzane; le polpette di carne dal costo di 17 euro erano un attimo tristi. Tornerò prendendo forse i primi che hanno assolutamente una faccia più amichevole sia nell’aspetto che nel prezzo.
Marlà (seconda colazione/ brunch)
Foto di Alice Rossi
Ero con la mia amica Alice (ciao Alice!) a fare una seconda colazione da Marlà in Corso Lodi. Otto euro di Croque + 1,80 per un cappuccino con latte d’avena. Ho un po’ maledetto il mio bancomat di facile estrazione, aspettandomi un toast piccolino e insignificante, invece è arrivato un transatlantico di tutto rispetto, che ho lasciato a metà e con cui ho fatto merenda (da freddo era buono? Buonissimo). Sono tanti 8 euro per un Croque Monsieur? Non per quel Croque Monsieur.
Tanishka (Cena)
Se avete la fissa come me delle piante e dei mobili sovraprezzati forse conoscete Cargo, in zona Adriano. Lì c’è da sempre un ristorante che ha conosciuto diverse fortune. Da poco ospita Tanishka che offre una cucina dello Sri Lanka. Io non conosco bene questo tipo di cucina, né la cultura del paese purtroppo, quindi è difficile per me fare paragoni. Scriverò un semplice “mi è piaciuto molto”. Tre antipasti e due piatti principali più due birre, 75 euro in due. Secondo me equilibrato visto la ricerca e l’unicità del progetto.
Tutti i link nella newsletter
Com’era mangiare a Milano negli anni 90 (Munchies - Vice)
Chi vince se Milano muore (Rivista Studio)
Gli stipendi Milano vs Italia (Corriere)
I video di UnTerrone a Milano sull’incresciosa questione affitti (TikTok)
Il food scout: chi fa la spesa per gli chef e ristoranti (La Cucina Italiana)
La collezione primavera-estate pixelata di Loewe (Hypebeast)
Vi lascio con un video che forse non c’entra nulla con il tema di questa newsletter, però… È del gruppo comico Please don’t Destroy che dal 2021 si vede spesso al Saturday Night Live. Questo sketch sul cibo di strada mi ha fatto letteralmente volare; se fosse ambientato a Milano sarebbe forse la parodia di tutti gli invasati che vanno a fare video in Paolo Sarpi sullo street food cinese.