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Avatar di stefano vegliani

Non mi fido neanche di me stesso! Posso fidarmi delle guide che pagano una miseria e non rimborsano il conto del ristorante!!! L’unica che fa eccezione è la Michelin che non fa una critica gastronomica dettagliata: da un riconoscimento che è dettato dal gusto dell’ispettore e dalle regole della guida. Si può non essere d’accordo, ma è indubbiamente coerente! Se penso a quel ridicolo critico che si presenta in pubblico mascherato mi viene solo da ridere (è lui che ha apprezzato i dim sum surgelati?). Il critico del New York Times Pete Wells aveva la sua foto ben posizionata nelle cucine di tutti i più importanti ristoranti della città eppure non ha mai avuto problemi a stroncare locali celebrati! Era (per salute ha smesso) il più autorevole critico forse del mondo. Viaggiare e incuriosirsi delle storie da raccontare è fondamentale per cercare di capire cosa c’è nel piatto

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Avatar di Roberta Abate

Anche la Michelin ha un suo gusto per dire, e spesso non mi trovo completamente d'accordo. Poi la Michelin ha, secondo me, anche un valore politico ormai, ma quella è un'altra storia.

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Avatar di Giuseppe A. D'Angelo

Al di là del fatto che ritengo che i critici gastronomici siano una categoria altamente specializzata e in via di estinzione (parlo della professione, non della formazione), faccio comunque per loro lo stesso ragionamento che farei per una qualsiasi altra persona: i gusti sono personali, non c'è quasi niente di oggettivo. Non parlo di esecuzione tecnica, come una pizza bruciata (e anche là, culturalmente sorprende come questo sia ritenuto o meno un difetto a seconda se la si mangi a Napoli o a New Haven) ma proprio di palato. Per questo motivo il mio consiglio implicito, e alle volte esplicito, quando racconto le mie esperienze - per l'appunto, non uso mai la parola recensione - è quello di usare le mie parole come un'indicazione, ma alla fine andare sempre a provare in prima persona, che le esperienze possono essere nettamente differenti per tanti motivi, prima di tutti il proprio gusto. Chiaramente viviamo in un'epoca dalle migliaia di opportunità e tempo limitato, per questo cerchiamo chi faccia la scrematura per noi. E quindi scegliamo a chi affidarci: come dici tu, è una questione di fiducia, ma la responsabilità ricade su chi fa la scelta.

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Avatar di Roberta Abate

Assolutamente: il mio esempio infatti è assolutamente indicativo. Il critico o la critica altamente specializzato/a su un tipo di cucina, può rivelarsi assolutamente incompetente su altro (la pizza? la cucina di una tipica regione cinese?). Il/la creator bravo/a a scovare posti popolari, può non capire nulla di fine dining. A quel punto deve essere il lettore a comprendere quando fidarsi o meno. Funziona così anche su altri prodotti culturali come il cinema o musica.

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