Discussione su questo Post

Avatar di User
Avatar di Gastroillogica

Bell’articolo!

Il NOMA che chiude (annunciandolo un anno e mezzo d’anticipo) però è stata una pura trovata pubblicitaria per sviare l’attenzione mediatica dal disastro PR degli stagisti schiavi. Ha fatto il suo tempo, e specialmente questo NOMA 2.0 (quello rivoluzionario era il NOMA 1.0, se vogliamo essere pignoli). Largo ad altro, ed altri. E specialmente, largo alla riscoperta della

Cucina Mediterranea che di sti fermentati ovunque e giusto per non se ne può proprio più: c’è altro nella cucina oltre al pickling di tutto :)

Per i ristoranti che chiudono, altri aprono. Quelli che dispiace chiudano sono quelli che non sopravvivono al passaggio generazionale, un peccato. Ma si va avanti.

Expand full comment
Avatar di Alessandro Mininno

Sarebbe bello trovare dei numeri. Due o tre ristoranti stellati che chiudono non è necessariamente “la fine dell’alta ristorazione” (solo in Italia ce ne sono 358).

L’economia degli stellati sembra essere precaria e basata sugli stagisti (come molti altri settori: editoria, architettura, pubblicità e studi legali per esempio). È normale che ogni tanto qualcuno vada a gambe all’aria.

Sarebbe interessante capire quali modelli di business stanno proteggendo l’alta ristorazione: da utente, vedo che qualcuno spinoffa nel catering, qualcuno fa brand extension vendendo ingredienti o facendo il testimonial dei gelati industriali. Nella moda succede più o meno la stessa cosa 😁.

Expand full comment
Ancora 5 commenti...

Nessun post