La festa più pazza e costosa mai organizzata
Siamo negli anni '70 in Iran, con 18 tonnellate di cibo e tanto tanto champagne.
/ Commestìbile / #28
Il “banchetto” dello Shah Mohammad Reza Pahlavi per commemorare il 2500esimo anniversario dell'Impero Persiano è stata una delle feste culturalmente più importanti e più costose mai organizzate. Per alcuni è imbattuta ancora oggi.
Il banchetto si tenne il 14 ottobre 1971, al culmine di una serie elaboratissima di eventi per commemorare la storia della nazione, in particolare la fondazione della monarchia iraniana (Impero Persiano) da parte di Ciro il Grande. La pianificazione dell'evento era iniziata oltre un decennio prima, per accogliere al meglio 600 invitati Super VIP, come direbbero Briatore e Santanchè. Nelle sue memoirs, Farah Diba, moglie dello Shah Reza Pahlavi, scrisse che la festa faceva parte della campagna della famiglia reale per dimostrare che l'era Pahlavi era "un periodo di rinascita per la civiltà iraniana”.
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Cosa si è mangiato al banchetto più costoso di sempre
L’unica cosa che è mancava era il caffè
Quanto costa una festa così?
Cosa c’entra l’Iran con il Dom Pérignon
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Cosa si è mangiato al banchetto più costoso di sempre
18 tonnellate di cibo, tra cui: 380.000 uova, 2700 kg di manzo, maiale e agnello, 1280 kg di pollame e selvaggina, 30 kg di caviale. 2.500 bottiglie di champagne, 1.000 bottiglie di Bordeaux, 1.000 bottiglie di Borgogna. Alcuni resoconti parlano di 25.000 bottiglie di whisky.
La storia di questa festa me la racconta Radi Razaghi, nato a Teheran nel 1987. Dopo una laurea in architettura, si trasferisce in Italia nel 2014, dove inizia a studiare vino ed enologia; cresce lavorativamente da Rovello 18 e oggi è il wine director di Trippa a Milano. Ed è proprio durante una cena da Trippa che, parlando di Dom Pérignon Rosé, Radi mi racconta della celebre festa dello Shah Pahlavi. Per Radi, e per parte della sua generazione, quella festa non fu solo sfarzo puro, come in molti sanzionarono negli anni seguenti, ma un modo di promuovere la Persia nel mondo.
Per lo Shah Pahlavi, il solo posto che poteva ospitare nove re, cinque regine, sedici presidenti, due sultani e Grace Kelly erano le rovine di Persepoli, la capitale cerimoniale dell'Impero Achemenide (ca. 550–330 a.C.). Ottima scelta scenografica, ma per nulla pratica. Persepoli si trova infatti nel deserto, a circa 60 chilometri dalla città di Shiraz (quella del vino), il che rese necessaria la costruzione di una vasta rete di tende per ospitare gli ospiti. Conosciuta come la Città delle Tende (o città Dorata), si estendevano per 64 ettari, e richiesero un anno, 37 chilometri di seta per essere costruite e immagino svariate bestemmie.
Per rendere bello e vivibile un deserto non si badò a spese: venne piantata una foresta e creati dei giardini, 15.000 alberi e 15.000 fiori furono importati da tutta Europa, alcuni dai giardini di Versailles, creando così un’oasi strepitosa.
Per trasportare tutto il cibo e l'equipaggiamento nel mezzo del deserto iraniano, lo Shah costruì un intero aeroporto a Shiraz e una strada di 100 km che lo collegava a Persepoli. Cento aerei dell'Aeronautica Imperiale Iraniana impiegarono sei mesi per trasportare oltre 18 tonnellate di cibo e bevande.
Ogni tenda aveva un telefono e l’aria condizionata. Le uniformi del personale furono disegnate da Lanvin nel blu violetto distintivo della casa imperiale. Per creare l'atmosfera, furono portati 50.000 uccelli canori dall'Europa, che non ebbero vita lunga, visto che non riuscendo ad adattarsi al clima del deserto, morirono quasi all’istante.
Lo scopo della festa era chiaramente di celebrare la lunga storia dell’Iran, per mostrare alle altre potenze internazionali che cosa aveva fatto per l’Iran con la sua Rivoluzione Bianca cominciata nel 1963. E per esibire questa apertura internazionale, la cucina scelta per la serata fu quella francese, cosa che secondo lo Shah ispirava al meglio la raffinatezza dell'Iran e i suoi progressi contemporanei.
Infatti non venne scelto il primo traiteur parigino per l’occasione: lo Shah diede l’incarico a Chez Maxim’s de Paris, che allora era considerato il miglior ristorante del mondo, e che chiuse baracca e burattini per 14 giorni, per seguire l’evento dello Shah, collaborarono con l'albergatore Max Blouet (che fu il General manager del George V di Parigi, per 30 anni), che fece ritorno dalla pensione solo per supervisionare il banchetto. Di recente il Chez Maxim’s è stato rilevato da un grande gruppo e restaurato.
Quasi tutto il personale per la festa fu portato dalla Francia, per un totale di circa 120 camerieri e 40 cuochi. Le attrezzature da cucina erano chiaramente di prima qualità—per un totale di 150 tonnellate— e furono trasportate in aereo da Parigi dall'esercito iraniano, pronte per preparare 18 tonnellate di cibo, tra cui: 380.000 uova, 2.700 kg di manzo, maiale e agnello, 1.280 kg di pollame e selvaggina, 30 kg di caviale.
DODICI TONNELLATE di vino, liquori e alcolici e un camion di ghiaccio della dimensione di una smart. Uno degli organizzatori dell'evento, scrisse che "tutto fu trasportato in aereo da Parigi, persino il prezzemolo e l'erba cipollina. Solo il caviale proveniva dall’Iran."
L’unica cosa che mancava era il caffè
Non c’erano abbastanza macchine del caffè per servire tutti i 600 ospiti allo stesso tempo
Anche le quantità di vino servito risulta ancora oggi impressionante. Il giornale ufficiale delle festività riportava 2.500 bottiglie di champagne, 1.000 bottiglie di Bordeaux, 1.000 bottiglie di Borgogna. Alcuni resoconti parlano di 25.000 bottiglie di whisky. Il brindisi di apertura fu celebrato con Dom Pérignon Rosé 1959. Un sorbetto fu fatto con bottiglie di Moët et Chandon 1911—un'annata di sessanta anni considerata la migliore prodotta tra il 1874 e il 1921.
Anche se ci sono voluti anni per preparare alla perfezione il banchetto, il che mi fa venire l’ansia solo a pensarci, non tutto fu perfetto. Chiaramente, chiaramente, chiaramente… il problema fu il caffè: non c’erano abbastanza macchine del caffè per servire tutti i 600 ospiti allo stesso tempo. Maxim's aveva, però, portato con sé venti chili di Nescafè che furono serviti agli ospiti; immaginate vasche da bagno piene di Nescafè bollente.
Mancava anche il cognac d’annata 1860, dunque quando finirono le bottiglie, furono prontamente riempite di Courvoisier come nelle nostre discoteche preferite. E, visto il menù, lo sfarzo, e il tasso alcolico della serata, nessuno se ne rese conto.
Alla festa parteciparono personaggi come la Principessa Grace e il Principe Ranieri di Monaco, il Vicepresidente degli Stati Uniti Agnew e il Principe Filippo e la Principessa Anna dal Regno Unito, inviati al posto della Regina Elisabetta II. L'ospite d'onore era l'Imperatore Haile Selassie d'Etiopia, che rispose all'invito per sé e per altre cinque persone, ma arrivò con un entourage di 72 persone; arrivare con una 60ina di ospiti extra è un flex importante. Il suo cane Cheecheebee non scherzava neanche lui, arrivò adornato con un collare tempestato di diamanti.
Fun fact: l’evento unì i sovrani di due delle monarchie più antiche sopravvissute fino a quel momento, lo Shah e l'Imperatore Selassie. Entro la fine del decennio le due monarchie non sarebbero più esistite.
Quanto costa una festa così?
La cifra esatta è tuttora sconosciuta; le stime parlano di 90 milioni di dollari di allora che, aggiustando ai tassi che ammontano oggi, si tramutano in circa 706.942.564,05 di dollari*
Gli storici sostengono che questa massiccia spesa abbia esacerbato l'insoddisfazione della popolazione nei confronti dello Shah, che sarebbe poi sfociata nella Rivoluzione iraniana del 1979. Altri storici suggeriscono che queste cifre siano state gonfiate per screditare il regime dello Shah.
L'Ayatollah Khomeini, che avrebbe poi guidato la Rivoluzione rovesciando Shah Mohammad Reza Pahlavi ponendo fine alla monarchia persiana, criticò aspramente l'evento: "Lasciate che vadano fino a Marte o oltre la Via Lattea; saranno comunque privati della vera felicità, della virtù morale e del progresso spirituale e incapaci di risolvere i propri problemi sociali."
A questo, lo Shah rispose: "Dovrei forse servire ai capi di stato pane e ravanelli?"
Il banchetto dello Shah durò oltre cinque ore, rendendolo il banchetto ufficiale più lungo e sontuoso della storia moderna, come certificato dal Guinness dei Primati.
Il menu venne stampato a Parigi in inchiostro dorato su carta ondulata rosa, rilegato con un cordoncino rosa con dorso in seta dorata, il menu elencava i piatti serviti a Persepoli:
Persepolis, giovedì 14 ottobre.
– Uova di quaglia con caviale iraniano – Vin nature de la Champagne Château de Saran
– Mousse di code di gamberi, salsa Nantua – Chateau Haut-Brion blanc 1964
– Sella di agnello dei grandi altipiani farcita e arrostita nel suo sugo – Chateau Lafite Rothschild 1945 en Magnum
– Sorbetto al vecchio Champagne (Moët 1911)
– Pavone alla Imperiale adornato e circondato dalla sua corte, Insalata di noci e tartufo– Musigny Comte de Vogüé 1945 en Magnum
(Questo “pavone” era un pavone ripieno di quaglie ripiene di tartufo e foie gras, non mangiavano il pavone, e sì il pavone è morto.)
– Fichi glassati al porto e sherbert di lamponi e champagne – Pérignon Rosé 1959 Cuvée Rarissime -
– Caffè e Cognac Prince Eugène Réserve des Caves Maxim’s
Cosa c’entra l’Iran con il Dom Pérignon
Come avrete letto sul menu, il turbante di fichi guarnito di lamponi al porto fu servito con un Dom Pérignon Rosé, cuvée rarissime. Rarissima perché era la prima annata mai prodotta; nessuno prima del 1971 aveva avuto il piacere di bere quest’ottimo champagne rosato, se non il maître de cave dell’azienda. Era stato realizzato con Pinot Noir vinificato i parte in bianco e in parte in rosso, più Chardonnay.
La prima annata di Dom Pérignon Rosé mai prodotta fu nel 1959, ma non fu mai messa in commercio perché era stata prodotta proprio sotto richiesta dello Shah.
Ed è per questo motivo che nel 1971, tutte le 306 bottiglie furono spedite in Iran, per servire i suoi 600 ospiti. Una di queste bottiglie sarebbe stata poi venduta all’asta a New York nel 2008 per 84.700 dollari.
Sulla festa del secolo, c’è anche un documentario del 1972, a cui presta la voce Orson Welles.
***l‘equivalente di 91 000 000 USD al 14 Ottobre 1971 è 706 942 564.05 USD al 11 Luglio 2024. Inflazione nel periodo: 676.86 %, indice utilizzato:USCPI31011913 (Bureau of Labor Statistics), Indice iniziale: 414.3, Indice finale: 3 218.55
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La dittatura delle banane: come la United Fruit Company ha distrutto l’America Latina (Lucy sulla Cultura)
Cabbage is magic. Is it finally having its moment? (LA Times)
How the Air Fryer Sparked a Frozen Food Revolution (Eater; se volete leggerlo in italiano, il Gambero Rosso ha ripreso il pezzo qui)
La lunga storia del panino italiano nella cultura americana (Rivista Studio)
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Racconto molto interessante 🙂